Published on Settembre 7th, 2015 | by Antonio Tortolano
0Uomo Nuovo: Megamusic intervista gli Alba Caduca
Oggi vi proponiamo su Megamusic l’intervista agli Alba Caduca. Parliamo della rock band friulana che lo scorso maggio ha pubblicato Uomo Nuovo. L’album denota i tratti musicali che caratterizzano questo gruppo, giunto al quarto lavoro con l’alternanza di un rock energico e melodico. Nel disco il tema dell’uomo è sempre in primo piano tra aspirazioni e fallimenti. Gli Alba Caduca, attivi dai primi anni 2000 e molto apprezzati specie nel Nord est italiano, sono formati da: Massimo Dubini, voce, Massimo Cisilino, basso e cori, Elena Feragotto, chitarre e Giulio D’Agosto: batteria e cori. Matteo Dianese si è occupato, insieme agli Alba Caduca degli arrangiamenti, oltre che dell’editing e della registrazione in studio. Abbiamo rivolto alcune domande alla band friuliana nell’intervista che segue…
Sono passati alcuni mesi dall’uscita di Uomo Nuovo. Siete soddisfatti del riscontro avuto finora? Quale bilancio sentite di tracciare?
Per ora direi che siamo soddisfatti, ai concerti abbiamo avuto ottimi riscontri e sono anche arrivate buone recensioni ed interviste, ma siamo solo all’ inizio della promozione: direi che un bilancio realistico potremmo averlo dopo l’inverno. Quindi bene la partenza, ma avanti tutta!
Come nasce questo nuovo lavoro discografico?
“Uomo nuovo” nasce da un gruppo di brani composti in sala prove (mai proposti dal vivo) e soprattutto dalla voglia di mettersi in gioco lavorando con una persona esterna al gruppo e un po’ lontana dal nostro stile. Collaborare con Matteo Dainese è stato stimolante e costruttivo, un occhio esterno riesce a vedere pregi e difetti che dall’interno difficilmente sono percepibili.
La figura dell’uomo è al centro dell’album. Qual è il vostro concetto di uomo nuovo?
L’uomo nuovo è in divenire. Questo mondo ha ritmi e tempi troppo serrati, per la maggior parte inumani. Adattarsi è difficile. Vediamo uomini che arrancano tentando di stare al passo con tutto e tutti, tentando di seguire una società arrivata ormai al capolinea, una società di singoli uomini, che purtroppo non ha una visione d’insieme. Una società senza umanità.
Rispetto ai primi dischi, cosa è cambiato principalmente nella vostra musica?
Rispetto agli inizi abbiamo smussato molti spigoli, le strutture sono diventate più lineari. Nel tempo stiamo diventando più diretti sia musicalmente che nei testi. Ogni cambiamento però è stato sincero e naturale, niente calcoli o imposizioni.
Quali sono state negli anni le vostre influenze artistiche?
Le nostre influenze sono molto varie, anche perché ognuno ha il proprio background e la cosa più bella è cercare di trarre una linea comune in fase di composizione. Sicuramente le radici affondano negli anni 80 e 90. New wave, alternative, rock italiani e non, ma poi gli ascolti si diramano e differenziano verso vari generi e sonorità.
C’è una indie rock band del nord est che apprezzate particolarmente?
Qui nel lontano Nord est ci sono parecchie band che apprezziamo, quindi non ce la sentiamo di nominarne solo una per non escludere nessuno.
La crisi dell’industria discografica. Meglio le major o le label indipendenti?
Ormai non ci capiamo più nulla, major o indipendenti sembra solo e soltanto una corsa al “like”. E i like te li compri. Sinceramente non abbiamo idea di dove possa andare a parare la musica, sia come mercato e come modo di fruirne. Dal nostro punto di vista sia major che indipendenti al momento non riescono a star dietro alla rivoluzione digitale, ci vorrà ancora un po’ di tempo per trovare un equilibrio.
Qual è il vostro rapporto con il pubblico? Quanto è importante per voi il live?
Il live è la cosa per cui tutto ciò (dischi, foto, recensioni, interviste) ha senso di esistere. Il live è il momento in cui l’energia vera del gruppo esce, ed è lì che il pubblico si accorge se hai qualcosa da dare. Fare un buon concerto, dove sudi e dai il 110% e poi fermarsi a chiacchierare con le persone che hanno avuto la voglia di ascoltarti è la ricompensa per il tempo, il lavoro e l’impegno profusi dietro le quinte.
Quali sono i vostri progetti futuri?
In primis continuiamo con la promozione di questo disco. E’ in arrivo la stagione invernale e speriamo di riuscire a salire su più palchi possibili. In parallelo ricomincerà anche la stesura di brani nuovi. Non mettiamo paletti, vediamo cosa salterà fuori!