Published on Gennaio 23rd, 2015 | by Antonio Tortolano
0Sanremo 2015: Megamusic intervista Rakele
Carla Parlato, per tutti Rakele, è una delle otto nuove proposte del Sanremo che parte il 10 febbraio. La giovane cantante campana, classe 1995, si presenta sul palco dell’Ariston con Io non lo so cos’è l’amore, che intanto è on air dallo scorso 12 gennaio. Il brano è stato scritto da Bungaro, Cesare Chiodo e Giacomo Runco. E’ la sintesi tra melodia italiana e sound internazionale. Rakele inizia a studiare canto classico e moderno a 9 anni, a 13 prende parte al suo primo progetto discografico e successivamente è la front-woman di una band electro – pop locale. Poi durante uno stage l’incontro con Bungaro e Cesare Chiodo, è l’inizio di un progetto che porta fino al Festival. Per Rakele un punto di partenza che va sfruttato nel migliore dei modi. La nostra intervista alla giovane artista napoletana.
Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai saputo di Sanremo?
Non ci credevo. Mi sembrava tutto surreale. In quel momento mi sono sentita veramente felice e poi subito dopo mi sono fatta una domanda… È più alto Conti o Pippo Baudo ? Hahaha…
Il tuo debutto all’Ariston arriva a 19 anni, che obiettivo ti poni?
L’obiettivo è crescere con la musica cercando di diventare un artista.
Rakele è il tuo nome d’arte. Come è nata questa scelta?
Avrei dovuto chiamarmi Rachele, poi alla fine hanno deciso di chiamarmi Carla. Quando mi è stata data la possibilità di scegliere un nome d’arte ho pensato subito al nome Rakele senza pensarci troppo.
Intanto è on air il brano che porterai al Festival. Quale riscontro stai avendo? Che sensazioni hai?
E’ ancora presto per capirlo, per ora sono concentrata sulla creazione del mio primo album.
Delle altre sette nuove proposte chi temi particolarmente? Conoscevi già qualcuno di loro personalmente?
Stimo tutti e non temo nessuno. Vado su quel palco con uno spirito completamente diverso. Non conoscevo nessuno, li ho conosciuti tutti per la prima volta a Roma e mi sembra che abbiano tutti i piedi per terra.
Il tuo pezzo è scritto da firme importanti. Come sono nate queste collaborazioni?
Circa un anno e mezzo fa ho conosciuto Tony Bungaro e Cesare Chiodo ad uno stage di Bungaro. Ho avuto la possibilità di far conoscere il mio mondo musicale che loro hanno trovato interessante. Abbiamo lavorato e sperimentato un po’ di cose fino ad arrivare alla costruzione di un progetto discografico vero e proprio. Sono contenta di poter lavorare con due artisti come loro con la A maiuscola. In studio c’è tanto lavoro ma anche tanto divertimento. Siamo una bella squadra.
Come immagini il momento in cui verrai chiamata su quel palco in prima serata?
Immagino di fare un triplo salto mortale carpiato con avvitamento per scaricare la tensione prima di salire sul palco.
Cosa ne pensi dell’attuale momento dell’industria discografica? Meglio le major o le indipendenti?
Non ho abbastanza esperienza per poter giudicare. Credo ci siano i pro e i contro da entrambe le parti ma devo dire che con la Carosello mi trovo molto bene.
Degli artisti italiani chi apprezzi particolarmente?
Jovanotti, Tiziano Ferro, i Negramaro, Elisa.
Quali sono le influenze musicali avute nel tuo percorso artistico?
In casa mia si respirava bella musica come quella di Fossati e Battisti fino ad arrivare ai Coldplay e ai Daughter…
Oltre lo staff, porterai qualche persona speciale con te a Sanremo?
I miei due angeli custodi: Bungaro e Cesare chiodo.