Published on Gennaio 3rd, 2016 | by Antonio Tortolano

Puoi tenerti le chiavi: Megamusic intervista Andrea Dodicianni

Megamusic vi propone oggi l’intervista ad Andrea Dodicianni, cantautore e musicista veneto che nei mesi scorsi ha pubblicato Puoi tenerti le chiavi, il nuovo album che era stato anticipato dal singolo Piccadilly Line. Dodicianni, all’anagrafe Andrea Cavallaro, è diplomato in Pianoforte al conservatorio ed è laureando in Storia della musica. Ha all’attivo più di 400 concerti tra le quali aperture a Modena City Ramblers e Omar Pedrini.

Nel 2012, dopo il terribile terremoto in Emilia è partito volontario per le tende con la sua chitarra in un viaggio che lo ha portato a scrivere il suo primo Ep. “Canzoni al buio”, che ha appunto la particolarità di essere completamente scritto, registrato e mixato al buio, con tracce non spezzettate e senza intonatori ne sequenze. Puoi tenerti le chiavi è stato prodotto a Los Angeles sotto la guida di Howie Weinberg (Nirvana, Muse, Metallica, Jeff Buckley, tra gli altri).Vi proponiamo l’intervista all’artista veneto, sempre impegnato in un lungo tour che lo porta in giro per l’Italia a far conoscere la sua musica e il suo nuovo progetto.

Andrea, a novembre è uscito Puoi tenerti le chiavi. Quanto hai atteso questo progetto discografico?

Sono davvero soddisfatto del lavoro fatto dal nostro entourage. Abbiamo ultimato l’album a Los Angeles con uno dei più grandi produttori americani, Howie Weinberg. Arrivo dalla provincia e puoi immaginare la mia gioia e la sensazione di stupore nel trovarmi negli studi in cui registrava Kurt Kobain. Sono cresciuto con i Nirvana, quindi la soddisfazione e l’emozione sono state indescrivibili.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Nel nostro Paese apprezzo tantissimo Bugo. Mi piace legare la musica all’arte, alle componenti visuali e lui secondo me in Italia è un maestro in questo. Poi ho una formazione classica, quindi Giacomo Puccini è il mio riferimento.

Come mai hai scelto Dodicianni come nome d’arte?

Perché era il nome con cui mi chiamava un mio caro amico. In effetti ho passato dodici anni in conservatorio e lui spesso  mi prendeva in giro perché ero molto precisino e quando non mi stava bene una cosa lo richiamavo all’ordine. Un giorno, tra un insulto e un altro, ecco esclamarlo “dodicianni, dodicianni”.  Ho avuto un sesto senso e ho pensato che fosse il nome d’arte giusto per me…

Album lavorato in America ma tu sei molto affezionato alla tua Italia. Cosa puoi dirci in più?

Sono fiero di essere italiano, soprattutto perché i più grandi musicisti al mondo sono italiani. Sono un appassionato di lirica, mia mamma era una cantante lirica e andare all’estero e sapere di essere fortunato perché vengo dal Paese di Donizetti o Puccini, per fare un esempio, mi rende molto orgoglioso di tutto ciò. 

Abbiamo parlato di influenze artistiche italiane. E per quanto riguarda nomi stranieri?

Mi è piaciuto fin da subito Tom Petty, ho apprezzato Bob Dylan e tutta la scuola dei cantautori americani, ma anche i Beatles. 

dodicianni

Piccadilly Line parla del dramma di due persone che si accorgono di volersi bene ma di avere aspettative di vita troppo diverse per poter stare assieme. Come nasce questo pezzo?

Amo Londra, è la mia città europea preferita, vado due o tre volte l’anno. Una volta mi è capitato di  ritrovarmi all’interno dell’androne della fermata della metro di Piccadilly e mi sono soffermato a guardare queste persone che si muovevano come delle formichine, alle sei di sera, quando gli inglesi tornano dal lavoro. Così mi sono immaginato una storia d’amore vissuta da due persone in una situazione del genere, molto veloce, priva di dettagli, ed è nata questa canzone. Poi sono tornato in hotel ed ho scritto il testo.

Canzoni al buio, un omaggio all’Emilia dopo il terremoto. Che esperienza di vita è stata per te?

E’ partito tutto da una promessa fatta a mia madre. Se mi fosse diplomato in pianoforte sarei partito come volontario in Emilia. Appena raggiunto il diploma sono immediatamente andato.  Mi sono fermato un po’ di giorni. Ci sono state numerose difficoltà, la corrente andava e tornava e mi trovavo a scrivere e a vivere dei momenti intensi emotivamente soprattutto di notte. Così quando sono tornato a casa, abbiamo ultimato anche le altre fasi di lavorazione del disco al buio, per avere una sorta di coerenza narrativa, non solo di contenuti. Si è trattato di un’esperienza forte, indimenticabile. 

Parteciperesti a un talent show? E a Sanremo?

Sanremo è uno dei miei sogni, spero di poterlo realizzare prima o poi. I talent hanno la loro importanza ma non fanno per me. Il web invece è uno strumento prezioso e di grande importanza per i giovani artisti…

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Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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