Published on Marzo 2nd, 2015 | by Antonio Tortolano
0Paradiso Verticale: Megamusic intervista i Marcomale
Lo scorso 9 gennaio è uscito Paradiso Verticale, il nuovo album dei Marcomale, rock band fiorentina, che da oltre 10 anni è molto attiva nella scena underground. La formazione è composta da Ivan Casale alla voce, Lorenzo Pierini alle chitarre, Claudio Romagnoli chitarre e tastiere, Alberto Donatini al basso e Marco Confetti alla batteria. Il primo singolo è Libero, a cui fanno seguito altri sei pezzi inediti. Nel lavoro dei Marcomale spicca anche la cover di Rain, pezzo storico dei The Cult.
Un primo vostro bilancio un mese dopo l’uscita di Paradiso verticale
Il bilancio è molto positivo, la gente è rimasta davvero soddisfatta e fra i tanti messaggi che ci sono arrivati quelli che ci hanno più colpito sono del tipo: “In auto ho smesso di ascoltare la radio ed ho iniziato a mettere i CD, il vostro!”. Ma non vi preoccupate, potete iniziare ad accendere le vostre radio perché a breve sbarcheremo anche via etere e non solo!
Come mai la scelta di questo nome per il nuovo album?
Paradiso Verticale, che è anche il titolo di una canzone presente nella track list dell’album, ci sembrava il più rappresentativo di tutta l’esperienza che ha portato alla creazione di questo nostro primo lavoro in studio e non tanto per il significato, che può essere inteso in vari modi, ma quanto per quello che ha rappresentato per noi la scrittura di questo pezzo in termini di stesura sia della parte musicale che di quella testuale, un compendio delle nostre esperienze, dei nostri sentimenti più intimi e personali.
Insieme ai sei inediti, una cover storica dei The Cult. Da cosa è dipeso?
Rain dei The Cult rappresenta per noi Marcomale il nostro primo rock ascoltato e suonato. Ogni generazione ha la sua canzone simbolo e per noi questa lo era in pieno. Inoltre, prima di dare una forma definitiva ai nostri pezzi inediti, volevamo sperimentare il nostro stile, la nostra visione di rock su una canzone già strutturata, completa e famosa. L’effetto è stato ottimo tanto da decidere di farne anche un video, girato interamente a Londra che può essere visto sul nostro canale Youtube.
Oltre ai live in Italia, anche diverse date estere, ma la scelta di cantare sempre in italiano. Come mai?
Non è facile inserire la nostra lingua, l’italiano, nelle sonorità tipiche del rock anglosassone e americano ed è stato complicato riuscire ad ottenere un prodotto che suonasse, a nostro parere, con uno stile internazionale. Ma la scelta è stata quasi obbligatoria visto che riteniamo che la parte testuale delle nostre canzoni sia fondamentale per quanto ci riguarda. Infatti con le nostre canzoni vogliamo stimolare sia quel lato più primitivo, legato al ritmo, che quello più riflessivo, dove risulta fondamentale la comprensione del testo e di tutte le sue sfumature. D’altronde la musica, soprattutto nell’era di internet, sta diventando sempre più globalizzata e quindi l’idea di scrivere canzoni anche in inglese ci incuriosisce sempre di più. Ed è proprio per questo che prossimamente saremo negli States per studiare nuove sonorità ed incidere qualche pezzo del prossimo album!
Qual è il vostro rapporto con il pubblico?
Non abbiamo mai amato quegli artisti che si pongono di fronte al loro pubblico con fare snob e altezzoso, scordandosi fin troppo spesso che è grazie a quel pubblico che si ha la possibilità di proporre nuove canzoni e fondamentalmente di lavorare. Per noi Marcomale, le persone che ci seguono, (la denominazione fan non ci è mai piaciuta un granché), hanno un ruolo fondamentale nella vita della band, sia quando si presentano con complimenti e manifestazioni di affetto, sia quando ti presentano critiche più o meno negative. Il pubblico è una sorta di indicatore della qualità del tuo lavoro, in tutte le sue sfaccettature e quindi è obbligatorio rispettarlo, ovviamente nei limiti della nostra indipendenza artistica che non deve mai mancare.
Della scena musicale fiorentina e toscana c’è qualche band che apprezzate particolarmente?
Se si parla di rock e Firenze il binomio non può che portare ad un nome su tutti, Litfiba, secondo noi il gruppo rock italiano per eccellenza, ma non possiamo dimenticare i Negrita, i Luciferme, i Neon e tanti altri. Firenze e la Toscana in genere, negli anni ‘80/’90 è stata la culla del rock italiano, delle mille cantine dove si suonava la vita e l’esperienze di tutti i giorni, dove si andava contro un sistema legato da vincoli bigotti ed ipocriti. Purtroppo gli spazi dove proporre la propria arte sono sempre più diminuiti e con essi anche la possibilità di dare sfogo ad una creatività mai sopita. Noi Marcomale, insieme a tante altre band speriamo di invertire questa tendenza.
Cosa ne pensate dell’attuale momento dell’industria discografica? Meglio le major o le label indipendenti?
La situazione dell’industria discografica italiana è immobile ormai da decenni, non c’è, a nostro parere, la volontà di proporre nuove realtà musicali, la benché minima voglia d’investire, di rischiare. La conferma l’abbiamo dal fatto che le uniche nuove proposte arrivano direttamente dai vari Talent show, con ragazzi, alcuni anche molto bravi, lanciati allo sbaraglio senza una minima gavetta, spinti dall’improvvisa notorietà data dal mezzo televisivo e quindi frutto di immediati guadagni, ma che immancabilmente vengono bruciati nell’arco di 360 giorni. Quindi, in questo caso, riteniamo che siano meglio le varie label indipendenti che propongono un prodotto in cui credono ed a cui dedicano passione e sacrificio.
Quanto sono importanti per gli artisti di oggi il web e i social?
Sono una parte importante dell’attività promozionale di una band, probabilmente uno dei pochi mezzi per farsi conoscere dal pubblico accessibile da ogni artista. Si deve però fare attenzione a considerare il web ed i vari social network fondamentali, il vero ed unico banco di prova resta sempre e comunque il live, il concerto davanti ad un pubblico che reagisce al messaggio che lanci, il rapporto umano che instauri con chi ha seguito la tua esibizione.
Progetti futuri?
Ora come ora, suonare, far conoscere la nostra musica a più gente possibile, scrivere nuove canzoni e, soprattutto, divertirsi nel farlo.