Published on Agosto 28th, 2014 | by Antonio Tortolano
0Megamusic intervista Paola Folli
Oggi vi proponiamo l’intervista a Paola Folli. L’artista milanese ha collaborato con i più grandi della musica italiana. Da Mina a Ramazzotti, da Andrea Bocelli a Jovanotti. Dal 2008 è stabilmente in tour con Elio e le Storie Tese. Lo scorso 23 maggio ha pubblicato Woodstock. Si tratta di una versione inedita del celebre pezzo di Joni Mitchell, riarrangiata e trasformata nelle sonorità e nell’atmosfera. Paola Folli ha partecipato a due edizioni del Festival di Sanremo proponendo i brani Dimmi chi sei e Ascoltami. E’ sua la voce femminile di Domani, uno dei più grandi successi degli Articolo 31. E’ stata vocal coach di Zelig, ruolo che ricopre dal 2011 ad X Factor, dove ha lavorato al fianco di Simona Ventura e dove è stata confermata anche dopo l’addio della conduttrice torinese. Nel cinema Paola Folli ha dato voce a diversi film d’animazione come Shrek 2 ed Hercules. Abbiamo rivolto alla cantante lombarda alcune domande, facendo un viaggio nel mondo del jazz e in tutti i suoi progetti…
Paola, come nasce l’idea di proporre una versione inedita di Woodstock?
Ho sempre amato Joni Mitchell… E’ un’artista poliedrica, pittrice, strumentista, poetessa (i suoi brani sono pura poesia per me) e tempo fa leggendo alcuni suoi testi, mi sono imbattuta in “Woodstock” e me ne sono innamorata. Conoscevo già il brano anche perché era stato re-interpretato da Crosby, Stills, Nash & Young divenendo la sigla del film dell’evento ma rileggere le parole di un brano scritto più di 40 anni fa e scoprire la sua grande attualità mi ha convinto a provare a riproporlo riarrangiandolo. Non ho cambiato nulla sia della linea melodica che del testo ma ho cercato di stravolgerlo completamente dal punto di vista “sonoro” e sono molto felice del risultato…
Sei soddisfatta del riscontro che sta ottenendo il pezzo?
Mediamente… E’ un momento non facile per la musica e anche i “Grandi”, spesso, incontrano delle difficoltà.
E’ complicato “arrivare” ai network, far passare la propria musica su radio nazionali che dettano (spesso) la moda del momento. Alcune passano solo grandi successi e altre sono “Di genere” (jazz, soul, Funky ecc). Ma dall’altra parte ci sono un sacco di belle radio che ti trasmettono , anche diverse volte al giorno (in questo periodo ho fatto decine di interviste e ho incontrato persone davvero in gamba e con una profonda conoscenza musicale).
Cosa ne pensi dell’attuale momento dell’industria discografica? Meglio le major o le label indipendenti?
Label Indipendenti…Di solito l’organico è più giovane e ha più energia e voglia di fare…
Sei un’artista decisamente versatile, qual è l’elemento principale che fa da trait d’union tra tutte le tue attività e collaborazioni?
Beh sicuramente la mia voce… Quest’anno ho creato un percorso didattico denominato “La voce e l’albero” perché il mio strumento cioè LA VOCE è il tronco e i rami sono tutte le possibilità lavorative che dà questo mestiere… Colonne sonore di film, doppiaggi, Live, registrazioni in Studio,
Sarai Vocal Coach anche nella nuova edizione di X Factor?
Sì, sono stata riconfermata ma quest’anno Simona non ci sarà e quindi “Surprise”!!!
Insegni canto a Milano e non solo. Come è cambiato il modo di rapportarsi agli insegnamenti, da parte dei ragazzi, rispetto a qualche anno fa?
Nelle mie “Master” e naturalmente ad XF incontro cantanti di tutti i tipi, pop, soul, jazz, lirici, cantautori, interpreti ma mi accorgo che spesso alcuni di loro si approcciano a questa disciplina in modo superficiale e inconsapevole. Credo che l’insegnamento del canto debba andare oltre la pura tecnica e esecuzione del brano. Bisogna cercare di far capire loro che la cosa fondamentale che deve avere un’artista è si la voce ma è soprattutto la preparazione unita ad una grande curiosità. Bisogna scoprire chi ha scritto e quando è stato scritto il brano, analizzarne il testo, comprenderne il significato, sia in italiano che in inglese e avere quindi un’ottima dizione e pronuncia… Troppo spesso capisco che le parole sono solo “cantate” e non “Sentite” e ascolto brani in inglese cantati in una lingua “inesistente” a volte inventata. La cosa che poi riscontro sempre più frequentemente è la totale mancanza di confidenza con il proprio corpo e la mancanza di intenzione nell’esecuzione di un pezzo… La tenuta di palco e l’interpretazione sono importantissime… Dico sempre che è meglio una nota non precisa ma fatta con intenzione che un cantante intonatissimo ma “fermo come un paracarro”. La differenza tra un professionista e un amatore sta proprio in queste cose… Questo è un MESTIERE vero e proprio e va preso e affrontato come tale…
Facciamo un passo indietro, delle due esperienze sanremesi, quale ricordi con maggiore piacere e perchè?
Ricordo con piacere entrambe le esperienze anche se il palco dell’Ariston è veramente “difficile”… Spesso vedo Artisti con carriere lunghe e costellate di grandi successi, tremare mentre scendono dalla famosa “Scala” e prendere in mano il microfono a fatica… Io, allora, ero piuttosto agitata e sono sicura che se dovessi partecipare di nuovo alla gara mi godrei la kermesse in maniera sicuramente più consapevole e divertendomi molto di più delle volte precedenti… Quel palco è “Tosto” ma comunque “Sanremo è Sanremo” no?
Qual è il livello del jazz attualmente in Italia? E’ un genere che meriterebbe maggiore considerazione?
Il livello del Jazz in Italia secondo me è molto alto …Abbiamo musicisti validissimi, con una grande preparazione e soprattutto un gran gusto musicale… Io ne conosco diversi e con loro ho condiviso palchi ed esperienze e credo che l’Italia spesso non renda loro giustizia. Si guarda molto al musicista “straniero” come all’ unico in grado di suonare e interpretare in un certo modo questo tipo di sound ma abbiamo talenti come Bollani e Fresu ( ma potrei citarne decine e decine ) che portano la nostra musica jazz nel mondo e vengono osannati da pubblico e critica… credo che in questo senso l’Italia dovrebbe essere un po’ più orgogliosa del suo patrimonio artistico.
Dei tour con Elio e le storie tese ci racconti un aneddoto?
La cosa bella dello stare sul palco con Elio E Le Storie Tese è che ogni sera il concerto è diverso… Non puoi mai sapere cosa succederà… E poi con loro si fa tutto rigorosamente a memoria e diciamocela tutta: i brani non sono proprio semplici semplici… Ogni tanto qualcosa sfugge ed una sera stavo cantando “La Tristezza” , brano che io adoro, e nel punto in cui ero praticamente sola con basso e batteria ( e dove faccio anche uno pseudo ballettino col Faso) ho dimenticato completamente il testo di una strofa e al posto delle parole originali ho cantato “NON ME LA RICOOOORDO PIUUUU’”. In quel momento Elio e Faso hanno iniziato a ridere e non hanno più smesso fino alla fine del pezzo… Elio non riusciva più a cantare… Ah, comunque le parole non le ho ricordate finché non sono arrivata in camerino… Blackout totale… Succede!!! Il bello è che si gioca e si ride anche di queste cose… Comunque potrei raccontarti un sacco di altri aneddoti divertenti ma credo che andrei avanti fino a Natale…
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sicuramente a fine ottobre uscirà un altro singolo e poi nel 2015 il nuovo album. Non sarà un album “di genere” ma pieno di tutte le mie sfaccettature musicali e i miei “colori”.
Sono davvero entusiasta di questo nuovo progetto perché sono stata in “silenzio discografico” per diversi anni durante i quali sono successe tante cose e le esperienze accumulate (alcune bellissime ma altre terribili come la perdita di mia madre nel 2007 che mi ha segnato moltissimo ) hanno anche dato vita ad idee e a brani ai quali sono molto legata e che finalmente stanno prendendo vita. Nell’album ci saranno tanti amici e grandi musicisti che stimo infinitamente come i membri degli Elio e le storie tese, (Rocco Tanica incluso), Francesco Rapaccioli (che è anche il mio produttore), Carlo Palmas, Claudio Bisio, Bebo Ferra, Fabio Treves e tanti altri … Non vedo l’ora di farvelo ascoltare.