interviste

Published on Febbraio 24th, 2015 | by Antonio Tortolano

0

Megamusic intervista i To Kill A King

Il 2 marzo esce per Xtra Mile Recordings l’omonimo album dei britannici To Kill A King. Il disco è stato registrato in Wiltshire al The Distillery studio col produttore Mark Crew (Bastille, Rag n Bone Man).
E’ un album in cui cori da stadio, un originale dinamismo e una sperimentazione sonora scorrono insieme in maniera naturale, senza cuciture. Ma c’è anche un messaggio: rispetto all’album precedente, infatti, la band ha voluto essere più ottimista, più positiva nei confronti della vita.
La band si trova nel bel mezzo di una grande svolta e questo disco vuole proprio sfondare la porta, piazzando infatti il quintetto nel lignaggio di quelle band britanniche che fanno un fantasioso ed emozionante indie-rock, come i Foals, The Maccabees, Bombay Bicycle Club. Come queste band, i To Kill A King fanno musica senza costrizioni, un’esaltante miscela di esuberanza giovanile e indipendenza.

I To Kill A King hanno speso gran parte del 2014 “on the road”: un tour come headliner in Gran Bretagna e in Europa, un altro tour in USA insieme ai connazionali Bastille, alcune performance al celebre festival SXSW di Austin (Texas), e una serie di date in Arizona insieme al compagno di etichetta Frank Turner. Nel 2015 sono previsti tanti altri concerti a partire da marzo, un tour in UK e uno nel resto d’Europa.

Ecco l’intervista che vi proponiamo anche in lingua inglese.

Come è nato questo album e quale obiettivo vi siete prefissati?

Beh, io sto sempre scrivendo. Scrivo, scarto e riscrivo, così alcune di queste canzoni sono state composte subito dopo l’uscita del primo album. Brani come “Friends” e “Love is not the control”, per esempio. L’obiettivo credo è quello di restare noi stessi e fare musica che ci piace e che abbia un significato per noi. (RALPH)

Un album con un messaggio maggiormente positivo rispetto al precedente. Cosa è cambiato nella vostra vita?

Niente, credo che questo album liricamente sia più personale di quello precedente. “Cannibals with Cutlery” era più una raccolta di storie di altre persone mentre questo lo sento più personale. (RALPH)

Quali sono le band e artisti che hanno influenzato maggiormente il vostro percorso?

I Muse sono stati la prima band che ascoltavo e che mi ha completamente coinvolto. Ricordo che imparavo tutte le loro canzoni quando avevo appena 13 anni. Poi credo che la successiva tappa sia stata aver scoperto la musica indie e mi sono allontanato dal Metal che avevo ascoltato fino ad allora. Tutto ciò fino alla scoperta, quasi casuale degli We Are Scientists, avvenuta nel corso di un festival. Fino ad allora, The Maccabees, The Libertines e bands simili sono state la nostra principale fonte di ispirazione. (GRANT)

E quali quelle che attualmente apprezzate nel panorama britannico?

Kodaline, Kate Tempest, Rag ‘n’ Bone man (RALPH)

Che rapporto avete con il vostro pubblico?

Direi che abbiamo un rapporto molto personale con i nostri fans rispetto a molte altre band, in quanto abbiamo sempre fatto cose indipendenti. Spesso ci accompagnano i fan quando siamo in giro, e in alcuni casi abbiamo anche fatto amicizia con loro. Nel nostro prossimo tour saremo con diverse persone conosciute in questi anni e che inizialmente erano solo dei fans mentre ora siamo davvero impazienti e felici di passare un po’ di tempo con loro. (GRANT)

E’ stato un 2014 ricco di live in Europa e USA.Che bilancio sentite di tracciare e cosa vi aspetta dopo l’uscita dell’album?

Onestamente non sappiamo dare una risposta. Questo album si prospetta migliore di quello precedente. Riteniamo che abbia una buona attenzione da parte delle radio in UK, ben più di quanto ne abbiamo mai avuta, ma credo che l’industria musicale britannica sia impossibile da prevedere e come ho detto, il nostro obiettivo è quello di fare buona musica di cui poter essere orgogliosi più di ogni altra cosa.
Penso che suonare l’ultimo anno davanti a folle più grandi di quanto avessimo mai potuto immaginare abbia veramente influenzato il nostro sound. Ripeto, questo album sembra più importante e per questo motivo si è pensato di suonare su un palco più grande. E sono anche molto impaziente di tornare a suonare negli States, che amo. (RALPH)

Cosa ne pensate dell’attuale momento della discografia? Meglio le major o le laber indipendenti?

Direi che lavorare con un’etichetta indipendente deve essere la strada da percorrere allo stato attuale delle cose. Le indie labels sono ottime per consentire ad un artista di crescere e di decidere la propria evoluzione artistica. Siamo fortunati ad avere una piccola grande squadra intorno a noi che ha fiducia in quello che stiamo facendo, al contrario di una Major che starebbe cercando di guidare il nostro suono ad ogni occasione. (GRANT)

Come mai la scelta di To Kill a King come nome della vostra band?

Il nome del gruppo è  stato preso da un verso dell’ Amleto. Penso che il nome di una band è come un paio di pantaloni comprati da una madre parsimoniosa all’inizio dell’anno scolastico per il proprio figlio. All’inizio sono troppo grandi, ma con il tempo si adatteranno perfettamente. Mi piace il nostro nome ora e noi ci immedesimiamo in esso. (RALPH)

When was this album born and which goal did you setup?

Well I am constantly writing. Writing, rejecting rewriting, So some of these songs were written directly after the first album came out. Tracks like Friends and Love is not control for example. The goal I suppose has stayed the same as always to make music that we like and feel has meaning. (RALPH)

This is a more positive album comparing to the previous one. What changed in your lives?

Nothing, I think this album lyrically is more personal than the previous one. Cannibals with Cutlery was more a collection of other peoples stories while this I feel is more my own. (RALPH)

Which bands and artists have influenced your artistic path the most?

Muse were the first band I was properly in to, I remember learning all of their songs when I was around 13 years old. Then I guess the next big milestone was discovering indie, and moving away from the more metal stuff that I’d been listening to. That’s completely down to catching We Are Scientists accidentally at a festival. Since then, The Maccabees, The Libertines, and bands along those lines have been my main inspiration. (GRANT)

Which bands/artists do you like in the UK at the moment?

Kodaline, Kate Tempest, Rag ’n’ Bone man (RALPH)

What relationship do you have with your audience?

I’d say we have a more personal relationship with our fans than most bands, as we’ve being doing things on an independent basis for a while. We often stay with fans when on the road, and we’ve even made friends out of doing this, on our next tour we’re staying with a few different people that we’ve stayed with before who started out as fans but now we’re really looking forward to getting to hang out with them again. (GRANT)

In 2014 you’ve toured a lot across Europe and US. Can you take stock of this past year? how it is? what do you expect after the album release and what are your plans?

We honestly don’t know. This album feels bigger than the last. We feel it’s getting a good amount of attention of UK radio, well more than we’ve ever seen, but I think the UK music industry is impossible to predict and as I say our goal is to make good music that we are proud of more than anything else.
I think the last year touring and playing to bigger crowds than we ever have imagined has really influenced our sound, as I say this album feels bigger, like it is meant to be played on a larger stage. I also am very keen to get back to the states I love it there. (RALPH)

What do you think of the present of the music business? Are indie labels better than major ones?

I’d say that working with an independent label has to be the way to go in the current state of things. Independent labels are great for allowing an artist to grow and govern their own artistic development. We’re fortunate enough to have a great small team around us that has faith in what we’re doing, as opposed to a major who would be trying to steer your sound at every turn. (GRANT)

Why did you decide to call yourself “To Kill A King”?

It was taken from a line in Hamlet. I think a band name is like an pair of trouser bought for you by a thrifty mother at the start of the school year which are far too big for you but give it time and they fit just right. I like our name now, I think we’ve become it. (RALPH)

Tags:


About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Back to Top ↑
  • Il video del giorno su Megamusic

  • Megamusic su Facebook

  • Megamusic è su Twitter