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Published on Marzo 11th, 2015 | by Valentina Lauro

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I Verdena al Rock in Roma

Dopo il sold out di lunedì sera nella capitale, ‎un’altra notizia riguarda i Verdena che saranno protagonisti del Rock in Roma il 14 luglio.

Si è chiusa ieri a Bologna la prima parte del loro tour “Endkadenz Vol.1”. Un grande ritorno quello dei Verdena: dopo quasi tre anni dall’ultimo live, il pubblico ha partecipato con entusiasmo e ha fatto si che si registrassero il tutto esaurito pressoché ovunque.

“Stipulare idee, sorridere agli dei, captare bisogni immobili. E‘ un casino ormai. Faccio come il nevischio, non cambierò mai di stile”. Un nuovo disco dei Verdena è sempre un movimento, una ricerca, una via di fuga dalla prevedibilità. Se “Wow” era un’esclamazione quasi categorica, anche se piena di rifrazioni, qui sono i sussurri e le grida, mica solo vocali, a fare da miccia agli incendi di ogni brano. Il brio del risveglio si contrappone al sonno della decadenza. La lotta, magari disillusa, all’accettazione di tutto quello che capita.

I Verdena non abbandonano il loro modo di fare e intendere la musica: lo testimoniano ancora una volta le parole, che non sono mai state così amalgamate ai suoni, al punto da rendere la voce, a tutti gli effetti, uno strumento completo, che non scivola più di lato, ma resta spesso al centro della scena sonora.

”Endkadenz Vol.1” è un viaggio in cui ogni nota, ogni inflessione del canto e ogni deviazione si accompagnano senza sovrapporsi: il Nevischio che impasta i pensieri e i sentimenti apre, improvvisamente, la porta a un intreccio in cui l’elettrico, l’acustico, la sovrapposizione e la rarefazione sono messe lì, fianco a fianco, con effetti incandescenti. Non ci sono preminenze, fra la batteria, il basso, la chitarra, tutti gli strumenti che vengono utilizzati perché una canzone suoni bene: conta, decisamente, la coralità. Apocalittico magari – lo mostrano bene il tono di Rilievo e i suoi ricami vocali sciamanici, la malinconia dei sensi di Diluvio, che diventa malinconia delle forme, le pulsazioni di Derek –, ma tutt’altro che disintegrato. Nel battito in dissolvenza di Vivere di Conseguenza, nelle circospezioni soniche di Alieni fra di noi, nell’eleganza, tutt’altro che ruvida, di Contro la Ragione ci sono anche i semi del cambiamento, rispetto a quelle che sono le strade percorse fino ad ora da Alberto, Luca e Roberta.

Nessuna rivoluzione – e perché mai si dovrebbe rivoluzionare un percorso già di per sé così ostinatamente ricco e vasto? –, ma un deciso affinamento verso un orizzonte sempre più ipnotico malinconico e corrosivo, se serve. L’inno del Perdersi sottolinea questo nuovo equilibrio, fuori dagli schemi troppo rigidi e dai riferimenti troppo obbligati di molti altri. Il futuro magari non è radioso (vedi Funeralus che comunque apre la porta a suggestioni, di nuovo, profonde, inattese), ma i Verdena lo canteranno ancora, nel modo migliore: non per sfida, ma semplicemente per attitudine. Siete liberi di non essere d‘accordo o viceversa.

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About the Author

Originaria di Napoli, cassinate di adozione fin da piccola adoravo disegnare ed esprimere la mia vena creativa ovunque, anche sulle pareti di casa!!! Oggi la mia passione è diventata il mio lavoro e anche se i fogli (e l’intonaco) hanno lasciato il posto alla tavoletta grafica continuo a disegnare i loghi e le interfacce di MegaMusic e de Lo SpaccaTV…



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