interviste

Published on Ottobre 25th, 2014 | by Antonio Tortolano

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Le ali della libertà. Parola a Massimo Priviero

L’avevamo intervistato nello scorso novembre quando Le ali della libertà era da poco uscito. Massimo Priviero conclude i “festeggiamenti” per i 25 anni di carriera con la data milanese di domenica all’Alcatraz. Un lungo tour per l’artista veneto che da oltre 20 anni vive a Milano, ricco di soddisfazioni e condivisioni con il suo pubblico. Il poeta del rock, con la sua fedele band al seguito, ha portato in giro per l’Italia il suo album autobiografico con lo stesso entusiasmo degli esordi, alternando momenti elettrici ad altri più intimisti e poetici. A Massimo Priviero, che pensa già a nuovi progetti, abbiamo rivolto alcune domande…

La data milanese chiude un lungo Tour che ha un sapore particolare per lei. Bilancio soddisfacente?

Certamente, 30/40 date in Italia e non solo e l’amore della mia gente. Che è la cosa che amo più di ogni tutto.

Qual è il brano del suo ultimo lavoro a cui si sente più legato e che il pubblico ha apprezzato maggiormente?

E’ un album molto autobiografico ma con pezzi di vita molto condivisi. Frammenti di esistenza dove ognuno può prendere quel che sente più suo. Se dovessi darti due titoli ti direi “Il Mare “ e “La casa di mio padre”, forse sono quelli che sono entrati di più nel cuore. Ma davvero, molto è condiviso come dei pezzi di vita che diventano comuni.

25 anni di carriera. Quale è stato il momento più bello e intenso che ha vissuto?

Il primo concerto dopo l’uscita del primo album alla fine del 1988 e l’ultimo che ho fatto un mese fa. Ma credimi, è normale che sia così. E considera che il live è l’essenza della mia musica e della mia vita.

Dopo questo lavoro e il tour, ci sono già nuovi progetti in cantiere?

Ascolteremo la registrazione audio e video che faremo all’Alcatraz. Poi valuteremo gli inediti che già stiamo lavorando e decideremo che fare già nei prossimi mesi.

Le ali della libertà è un album autobiografico. Crede di aver raccontato tutto di sé o c’è qualcosa che non è ancora uscito?

ALI è molto autobiografico ed è molto condiviso con la mia gente. Ma ci sarà sempre un nuovo pezzo di vita da raccontare e da condividere.

Di questa fase musicale italiana, ci sono artisti che apprezza maggiormente rispetto ad altri?

Non conosco molto la realtà italiana di oggi e non distinguo la provenienza geografica. Se devo essere sincero, continuo a preferire i “classici”, per quel che conosco. Italiani ma soprattutto non italiani.

Cosa ne pensa della crisi dell’industria discografica? Meglio le major o le etichette indipendenti?

Sono la stessa cosa, pregi e difetti appartengono alla qualità e all’ intelligenza delle persone. Che non si distinguono tra major e indipendenti. Puoi trovare uomini in gamba e coglioni colossali su entrambi i fronti, questo vale per ogni cosa e dunque vale anche nella discografia.

Come si evolverà il rock nei prossimi 20 anni?

Domanda da un milione di dollari. Forse la cosa migliore sarebbe parlare di musica d’autore in generale e lasciare la parola rock in un angolo, oppure usarla per capirci un po’ meglio tra noi, ma non come genere per inquadrare una band o un artista in generale. La differenza è sempre nella qualità. Ed è forse tra musicisti e canzonettari, più o meno rock.

Crediti fotografici: Ferdinando Bassi

 

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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