Published on Novembre 18th, 2017 | by Antonio Tortolano
0Follia indolore: Megamusic intervista Frances Alina Ascione
Oggi su Megamusic vi proponiamo l’intervista a Frances Alina Ascione. Lo scorso 6 ottobre è uscito “Follia indolore”, il primo singolo della giovane artista, nata in California 25 anni fa, prodotto da R.W.M. Records e distribuito da Believe Digital.
Dopo essere arrivata in semifinale live nel team di Emis Killa a “The Voice 2016” e nei 60 finalisti di Sanremo Giovani 2017, Frances ha iniziato a girare l’Italia nei locali e club con la sua band riscontrando un notevole successo.
Durante un concerto a Sabaudia, Luca Barbarossa è stato colpito dalla bravura di Frances e le ha proposto di entrare a far parte in pianta stabile del gruppo di “Radio2 Social Club”, insieme ad Andrea Perroni e alla Social band. Frances Alina Ascione è così diventata una presenza fissa a “Social Club” in onda su Radio2 dalle 10.30 alle 12.
Nel 2017 Frances Alina ha firmato il primo contratto discografico con la Società R.W.M. RECORDS del produttore Antonio Rospini. E’ prevista per il 2018 l’uscita del primo album di Frances Alina Ascione.
Come nasce Follia indolore, la scelta di questo nome per il singolo e come sta andando?
Follia indolore è il mio primo singolo e anche se lo avevo sotto mano da un po’ di tempo, l’ho pubblicato solo poco fa. Il brano nasce dall’incontro con artisti bravissimi quali Emilio Munda e Piero Romitelli e tra i vari brani che ho registrato e scritto nell’ultimo anno, è quello che volevo uscisse per primo come anteprima del progetto completo, proprio perché è una perfetta sintesi tra generi e mondi diversi. Infatti unisce una musicalità pop classica, anche un po retro’, ad un sound elettronico e un Groove molto interessante. Mi sto divertendo molto a promuoverlo e a farmi sentire con un mio brano originale .
Nel 2018 uscirà il tuo album. Quali generi musicali il pubblico deve aspettarsi?
Con Follia indolore ho stupito un po’ di persone che mi seguono e che mi hanno sempre sentito cantare per lo più musica black, come rnb e funky. Non do molte anticipazioni sul disco perché ci sto ancora lavorando molto, posso solo dire di certo che sarà molto vario, proprio perché amo molti generi musicali diversi. Nel fare questo album ora sto strizzando più l’occhio al pop in italiano, cosa che mi sta anche divertendo molto, ma ovviamente non posso non inserire brani che si rifanno più al blues e al mondo rnb…
Cosa ti ha dato l’esperienza a The Voice e quanto ti è stata utile per i successivi progetti?
E’ stata molto positiva per me, inizialmente ero scettica e non ero decisa a farlo. Ma poi mi sono armata di coraggio e del pensiero che fosse solo un gioco. E ne sono uscita più forte e più matura. Non amo i talent, ma ammetto che mi sono divertita molto e che questi format hanno il merito di dare visibilità e opportunità di crescita a giovani artisti e performer. The Voice è stata una bella vetrina e mi sono fatta conoscere.
Ci racconti come è nato l’incontro con Luca Barbarossa?
Già conoscevo Luca Barbarossa e il Social Club, ero stata lì durante il periodo di The Voice. Quest’estate, per caso, Luca è capitato ad un mio concerto sulla spiaggia di Sabaudia e anche se sono certa che non si ricordava chi io fossi, alla fine del concerto si è avvicinato per farmi i complimenti e per chiedermi numero. E niente, evidentemente è rimasto impressionato e il giorno dopo mi ha contattata proponendomi di iniziare questa collaborazione. Ovviamente ho accettato subito.
Che atmosfera si respira a Radio 2 social club?
Bellissima, mi diverto molto e imparo qualcosa ogni giorno. E’ un ambiente molto stimolante ed ho l’opportunità di essere a contatto con grandi professionisti e persone di spessore, di continuo. Certo è un vero e proprio lavoro ed è molto intenso, ma lo vivo come una scuola!
Qual è il tuo rapporto con la radio, qual è secondo te il segreto di questo mezzo di comunicazione che non muore mai?
La radio è un mondo nuovo per me e grazie a Dio non mi fanno fare la speaker, sono una frana a parlare perché sono troppo timida ma invidio molto chi ha questa dote. Mi fanno cantare ed è quello che so fare meglio. La radio è magica ed immortale. Ancora non ho ben capito quale sia il segreto, forse proprio il fatto che non c’è alcuna attenzione rivolta all’elemento visivo, all’estetica, cosa che permette a chi fa radio di avere una verve e una naturalezza unica. Poi credo sia fondamentale anche la possibilità per gli ascoltatori di interagire continuamente…
Cosa ne pensi dell’idea di Radio 2 dei live e di aprire anche a un pubblico molto giovane?
Il social club è fantastico per il fatto di mantenere un equilibrio sapiente tra l’eleganza del modo di fare radio della vecchia scuola e una apertura notevole alle tendenze e alle novità. E’ veramente una radio per tutti. Poi è decisamente il vero format radiofonico della musica. L’importanza e lo spazio dato alla musica live è notevole e da non sottovalutare. Adoro fare parte di questo team!
Sanremo Giovani è ancora un tuo sogno?
Sanremo giovani è indubbiamente un sogno. O almeno lo è veramente da quando mi ci ero avvicinata l’anno scorso. Prima di allora non avevo mai pensato di poterci sperare, ma il fatto di passare le selezioni senza avere una major alle spalle mi ha dato molto speranza. Magari in futuro chissà.
Cosa ne pensi dell’attuale momento dell’industria discografica? Meglio le major o le label indipendenti?
A dire il vero non ci capisco nulla dello stato attuale dell’industria discografica (ride, ndr). Non so cosa sia meglio perché non sono mai stata in una major. Credo che lavorando con una di loro ci siano pro e contro, se da una parte si hanno mezzi più potenti, dall’altra si hanno più vincoli. Di certo sono felice di constatare che lo strapotere dei talent show stia venendo meno e che si dia un po più di spazio alle produzioni indipendenti. Io intanto penso al mio, lavoro al mio progetto giorno per giorno.
Rispetto agli Usa, quali sono le differenze nei club italiani quando giri con la tua band?
Anche a questa domanda non so rispondere con certezza perché sono nata negli States, ma non ho ancora avuto il piacere di suonare in un locale americano. Molti si lamentano della situazione in Italia, soprattutto facendo un confronto con anni passati gloriosi, in cui i club funzionavano meglio. Non avendo vissuto quegli anni posso solo dire che ho fatto molti club, soprattutto a Roma e la possibilità di suonare c’è. Ancora esistono proprietari di locali che investono nella musica e danno spazio a band e artisti. Certo campare solo di club è dura…
Progetti futuri?
Per ora penso solo a lavorare sul mio disco che è per me la cosa più importante dopo tanti anni di cover. Non vedo l’ora di finirlo per farlo ascoltare a tutti. Parallelamente mi dedico al mio lavoro in radio e cerco di vivere alla giornata!