Published on Febbraio 5th, 2016 | by Antonio Tortolano
0Sanremo 2016: Megamusic intervista Irama
Filippo Maria Fanti, per tutti Irama, è una delle otto Nuove Proposte del Festival di Sanremo che va a iniziare tra pochi giorni. 19 anni, si presenta sul palco dell’Ariston con Cosa resterà, un pezzo decisamente forte che, da un lato fa pensare chiaramente al grande cantautorato italiano, dall’altro rimanda a sonorità più vicine al mondo del rap e dell’hip-hop. Il testo di Cosa resterà è stato scritto dallo stesso Irama, mentre musiche e arrangiamenti sono curati dal produttore Giulio Nenna per DA 10 PRODUCTION, etichetta indipendente fondata e diretta da Giuseppe Coccimiglio. La nostra intervista…
Filippo, pronto per il debutto all’Ariston?
Un po’ di agitazione c’è ma sto bene e sono onorato di poter salire su quel palco. E’ il sogno di tutti gli artisti. Voglio far conoscere la mia musica e dare il meglio di me, sono fiducioso.
Descrivici Cosa resterà
E’ un brano a cui tengo particolarmente, è una canzone che mi rappresenta, che racconta le mie esperienze. Non saprei come etichettare il genere del pezzo, da una parte richiama le melodie dolci e caratteristiche della musica pop italiana, dall’altra quelle marcate e crude del rap. Spero che la gente, ascoltandolo, possa identificarsi in esso.
Più di qualcuno ti dà come possibile vincitore, tu cosa ne pensi?
Non sento molto la competizione, credo che tutte le canzoni che il pubblico potrà ascoltare tra le Nuove Proposte siano molto valide e piaceranno. Non temo nessuno in particolare anche perché sono concentrato su me stesso e a dare il meglio. Sono molto giovane e voglio farmi conoscere. Spero di lasciare una bella impressione…
Quali sono le tue influenze artistiche?
Degli artisti italiani sicuramente i grandi cantautori come De Andrè e Guccini. Apprezzo molto Vasco e il grande Celentano. Del mondo rap mi piace particolarmente JAx. Anche Ensi rientra tra i miei gusti. Parlando di star internazionali stravedo per Stromae…
Come nasce l’omaggio a Lucio Battisti nel videoclip di Cosa resterà?
Non c’era ovviamente l’idea di paragonarmi a un gigante come Battisti ma pensando a Giardini di marzo, voleva essere un omaggio al grande artista che è stato, sempre alla ricerca della verità come forma pura di arte.
Il nome d’arte Irama da cosa deriva?
In malese Irama significa ritmo, un elemento che credo da sempre faccia parte di me. Tra l’altro ho scoperto che è anche l’anagramma del mio secondo nome (Maria).
Progetti futuri?
Intanto penso solo al Festival. Dopo vorrò far conoscere sempre di più la mia musica, il mio mondo. Vedremo cosa mi riserveranno i prossimi mesi…