Published on Gennaio 22nd, 2016 | by Antonio Tortolano
0Mama: Megamusic intervista Mama Marjas
Oggi su Megamusic vi proponiamo l’intervista a Mama Marjas. La “regina del reggae italiano”, nel suo ultimo concept album “Mama”, uscito lo scorso ottobre, si discosta dallo stile reggae, alla ricerca di sound più internazionali, ricchi del calore e del sapore del sud del mondo. I suoi brani si arricchiscono quindi di sonorità latinoamericane, caraibiche e africane, facendo sempre e comunque del canto in italiano un punto di forza: la lingua italiana diventa quindi un ponte, un modo per portare in Italia generi pressoché sconosciuti come la Soca di Trinidad, il Dembow della Repubblica Dominicana, lo Zouc africano e il Rocksteady cubano. Mama Marjas negli scorsi mesi ha anche portato in scena a Roma la Carmen di Bizet insieme all’Orchestra di Piazza Vittorio. Di questo e altro ne parliamo in questa intervista…
Maria, come nasce questo concept album e dove è partita l’idea di allargare così i tuoi orizzonti musicali?
Dopo 10 anni di musica reggae e dopo tre album realizzati, sentivo l’esigenza di avventurarmi in territori per me nuovi ed affascinanti. Avevo bisogno di trasporre i miei ascolti odierni in un progetto discografico.
Sei soddisfatta del riscontro che stai ottenendo?
Sì molto, la scena reggae ha compreso il mio viaggio musicale nei sud del mondo e la mia esigenza di sperimentare musicalmente e non essere sempre uguale a me stessa e con questo album riesco a parlare anche a coloro che amano sonorità più legate alla world music.
Il sud del mondo è un tema ricorrente in diversi artisti di spessore. A tal proposito qual è la cosa che maggiormente ti affascina?
Il calore ed il colore della cultura e delle musiche del sud del mondo è qualcosa di unico . Ho fatto un percorso che partendo dalle mie radici al sud Italia mi ha portato prima in Giamaica e da lì in tutti i Caraibi , l’America latina e l’Africa.
Come hai scoperto generi decisamente sconosciuti in Italia e come ti sei approcciata a loro?
Tutto è partito dall’amore per la musica reggae quando ero adolescente, la scoperta di Bob Marley
è stata per me fondamentale. Da lì è stato un percorso fatto di ascolti e suggestioni, di mondi nuovi che mi si sono aperti come scatole cinesi.
La lingua italiana viene quasi sempre considerata inferiore a quella inglese a livello musicale, per una serie di motivi. Tu cosa ne pensi?
Non penso che la nostra lingua sia inferiore a nessuna. Io provo ad accostarla a generi per lei inconsueti, lavorando molto perché nelle mie canzoni scorra fluida come l’inglese, lo spagnolo o i dialetti locali delle musiche africane e caraibiche con cui mi confronto.
Tornando al reggae, attualmente della scena italiana, chi apprezzi particolarmente?
Apprezzo coloro che mi hanno introdotto a questo genere, quelli che lo hanno portato in Italia e che
continuano a proporre quel mix di vibes musicali e liriche coscienti che ha caratterizzato la nostra scena nazionale. Due nomi su tutti Sud Sound System e Africa Unite.
A livello internazionale invece quali sono state le tue influenze artistiche?
Oltre al già citato Bob Marley e i grandi della musica giamaicana come Dennis Brown e Gregory Isaacs,
sono cresciuta ascoltando il soul di Erika Badoo, l’hip hop di 2 Pac , il blues made in USA e quello africano prodotto in Mali, la musica nigeriana, la Soca di Trinidad e come direbbero in Inghilterra “last but not least” i grandi della musica italiana con il groove di Mina e Pino Daniele.
Qual è il tuo rapporto con il pubblico e come è cambiato nell’era dei social network?
Io ho un rapporto con il mio pubblico diretto, vero e pieno di energia. Chi mi segue sa che non sono un personaggio costruito a tavolino ma sa che quello che vede è ciò che sono, nel bene e nel male.
Nell’era dei social hai la possibilità di avere relazioni dirette con i tuoi fans capirne l’umore e i loro consiglio è una possibilità creativa in più che ho. Accanto a questo, i social pongono anche problemi di cui ho parlato in “Dicono”, canzone nella quale pongo l’accento su tutti coloro i quali protetti da anonimato e comodamente seduti di fronte al proprio pc dicono qualsiasi cosa anche se non conoscono minimamente l’argomento o la persona di cui stanno parlando. Purtroppo nell’era dei social si stanno perdendo le “idee” per far largo alle “opinioni” .
La Carmen di Bizet con l’Orchestra di Piazza Vittorio. Che esperienza è stata?
Un’esperienza fantastica, che mi ha permesso di relazionarmi con musicisti di altissimo livello, che mi hanno accolto nella loro famiglia nel migliore dei modi. Lavorare con un direttore artistico come Mario Tronco inoltre è stata una esperienza che mi ha molto arricchito. Con la Carmen ho realizzato un mio sogno, quello di cantare e recitare allo stesso tempo ed averlo fatto al Teatro Olimpico di Roma con un grande successo di pubblico mi inorgoglisce e mi ha dato molta fiducia in me stessa per il futuro.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Portare in giro in Italia e nel mondo il mio nuovo lavoro Mama con un tour che vede il mio live completamente rinnovato con diversi nuovi musicisti sul palco. Il Mama Tour sarà un’esperienza unica nel suo genere, uno show unico in Italia. Consiglio a tutti i lettori e fan di immergersi in questo progetto…
Crediti fotografici: Simona Martello