Published on Dicembre 2nd, 2015 | by Antonio Tortolano
0Episodio 1…in questo mondo. Megamusic intervista Paolo Vallesi
L’11 dicembre uscirà Episodio 1…in questo mondo. Parliamo del nuovo album di Paolo Vallesi che torna sul mercato discografico a distanza di 10 anni. Oltre un milione di copie vendute, tre importanti partecipazioni al Festival di Sanremo, tante date in giro per il mondo e l’attività di produttore. Ora Paolo Vallesi torna con un nuovo progetto, con dodici pezzi inediti, dove l’elettronica rappresenta la novità. Da qualche giorno è on air In questo mondo, il nuovo singolo. Il primo, Il bello che c’è era uscito a settembre. Il 12 dicembre l’artista toscano sarà uno dei protagonisti del Concerto di Natale all’Auditorium di Roma, che sarà trasmesso il 24 da Canale 5. Abbiamo intervistato Paolo Vallesi che ci racconta il suo nuovo progetto e non solo…
Paolo,dopo il lancio de Il bello che c’è ora è tutto pronto per l’uscita del nuovo album. Che sensazioni vivi?
Sono felice di questo mio ritorno e di come il pubblico abbia apprezzato il tanto lavoro e impegno che c’è stato nella realizzazione del disco. Torno dopo 10 anni, molte cose sono cambiate, i numeri sono diversi ma avevo voglia di rimettermi in gioco e portare anche delle novità. Sono dodici pezzi che in parte sorprendono il pubblico che mi segue da tanti anni.
Parli dell’utilizzo dell’elettronica?
Sì, il mio nuovo album è molto contemporaneo. E’ vero, è improntato soprattutto sull’elettronica, si evince chiaramente l’utilizzo di campioni audio e strumenti elettronici,.Con i miei musicisti abbiamo lavorato soprattutto su dei suoni nuovi utilizzando anche il computer. So che la gente mi riconosce e ha imparato ad apprezzarmi con La forza della vita e Le persone inutili ma bisogna essere anche al passo con i tempi. Siamo nel 2015 e la musica è cambiata.
Come mail la scelta de Il bello che c’è come primo singolo?
Voglio portare dell’ottimismo e della positività. Siamo circondati ogni secondo da notizie negative che ci vengono riportate dai media. Sembra essere un’ossessione dal quale è difficile uscire. Anch’io ho tanta rabbia dentro per tutto quello che succede ma il messaggio di speranza + fondamentale. Il bello che c’è parla di un viaggio ipotetico in cui si vanno a riscoprire delle cose meritevoli di essere riportate indietro per poterle far vedere e apprezzare a tutti. L’atteggiamento che tutti dovrebbero avere è quello legato all’altruismo, al costruire qualcosa di propositivo e che rappresenti il bene della collettività. Si pensa troppo a se stessi e poco agli altri.
Della collaborazione con Enrico Ruggeri cosa puoi dirci?
Con Enrico c’è un rapporto sincero di stima e amicizia. Abbiamo condiviso tanti bei momenti con la Nazionale cantanti ed è bello poter lavorare insieme anche ad altri progetti.
Nel disco c’è anche un duetto con Rino Gattuso. Come è nato questo inedito tandem?
Quella cantata con Rino è l’unica canzone non scritta da me. Il nostro è un omaggio ad Andrea Pazzagli, grande ex portiere e purtroppo scomparso prematuramente. Andrea abitava vicino casa mia, era una brava persona. Abbiamo voluto ricordarlo…
Il tema del videoclip de Il bello che c’è è il viaggio. Come l’hai strutturato?
Si tratta di un video molto semplice. Come hai detto tu, è un viaggio, una sorta di recupero. Riportare indietro le cose. Una camminata. Il nostro è un disco autoprodotto e di certo non potevamo permetterci spese folli. In questo caso è fondamentale essere essenziali lanciando un giusto messaggio. Ogni passo simboleggia la scoperta di una cosa nuova. La semplicità di questo video è stata molto apprezzata.
Oltre ad essere cantante e musicista, sei anche produttore. Quanto è dura rispetto al passato?
Molto, in tv è pieno di talent show e allora quasi sempre i nuovi giovani artisti escono fuori solamente da lì ed essendoci sotto dei meccanismi televisivi particolari solitamente vengono premiate le cose più eclatanti che non sempre poi sono le più belle. Si prediligono le cose che a primo impatto impressionano di più il pubblico e purtroppo chi si affaccia al mondo della musica adesso perché vuole intraprendere questa strada, lo fa con la voglia di ottenere tutto e subito e soprattutto con il desiderio di arrivare al successo in pochi mesi. I messaggi che arrivano dalla televisione sono di questa natura, io invece penso che i cantautori e gli artisti che vogliono durare nel tempo dovrebbero avere un approccio di basso profilo e crescere piano piano con il tempo.
Del Sanremo attuale cosa ne pensi? Torneresti su quel palco?
Sono cambiate tante cose rispetto alle mie partecipazioni all’Ariston. Venti anni fa le canzoni rappresentavano la centralità. Ora la musica si fonde con altro per fare spettacolo. Ricordo nel 91 i sette partecipanti a Sanremo Giovani erano tutti in classifica e ci restavano per diverso tempo. Oggi contano le visualizzazioni su Youtube e sui social, ma non è la stessa cosa. Andrebbe sempre premiata la qualità. Molti protagonisti ormai durano poche settimane e poi spariscono. Comunque mi farebbe piacere partecipare nuovamente. Sarei ben lieto ma ci vuole la canzone giusta.
Nonostante mancassi dal mercato discografico da 10 anni hai continuato ad esibirti e tanto, anche all’estero. Che sensazioni hai avuto dal pubblico che vive al di fuori dei nostri confini?
In questi anni mi sono esibito in Germania, Belgio, Olanda, Canada, Sud America, ho cantato a New York. Sono state emozioni fantastiche, ho sempre trovato un pubblico molto attento, amante della musica, delle parole e pieno di positività.
E ora la tournèe italiana…
Si ho voglia di portare la mia nuova musica e farla conoscere alla nostra gente. Avremo diversi date a gennaio e presto ne annunceremo molte altre. Seguiteci!!!