Published on Maggio 11th, 2015 | by Antonio Tortolano
0Megamusic intervista Pallante
Lo avevamo intervistato lo scorso novembre, quando mancava poco all’uscita del suo nuovo album. Sei mesi dopo rieccoci insieme a Paolo Pallante, artista romano che ci fa un bilancio del suo Ufficialmente pazzi. Un lavoro discografico dove spicca la collaborazione con Alex Britti e dove le tematiche toccate necessitano di una intensa riflessione. Follia, amore, povertà, ricchezza, famiglia. Nei testi di Pallante si trova un po’ di tutto. E poi la contaminazione di generi, swing, blues, canzone popolare e tanto altro. Il disco, edito da IT.POP, è stato scritto, arrangiato, suonato (chitarra, voce, piano, basso, organo) e mixato da Pallante. Ecco la nuova intervista con Paolo su Megamusic.
Sono passati un po’ di mesi dalla nostra prima intervista e dall’uscita del tuo album. Quale bilancio senti di tracciare finora?
Un bilancio in attivo; energia in aumento, sorrisi a denti larghi, voglia di fare e, perché no, ottime critiche. Non parlo solo di quelle “specializzate”, sempre in agguato, ma di quelle della gente che si avvicina a te senza sapere chi seie ti ascolta per la prima volta, dunque senza filtri. E’ da loro che ho avuto delle sorprese incredibili, dei risultati splendidi. Ho fatto un disco che desidera un ascolto attento. Non è un disco da sottofondo, vuole la sua scena e se la sa prendere senza esitazione;la nostra società ha un problema con il tempo e con il suo utilizzo, con l’attenzione e la voglia di scendere in profondità. Sapere che il disco “arriva” nonostante tutto,è una bella vittoria. Per il resto posso dire che il lavoro che mi attende è molto e sono disposto a farlo. Questo disco si giudicherà commercialmente fra un anno, non prima.
Un lavoro discografico dove emergono tematiche di varia natura. A quale pezzo ti senti più legato e vicino in questo periodo?
A quello che da il titolo all’album; sarà perché è da lì che il disco prende le mosse, dall’ ufficialità della condizione, dalla nudità dell’espressione. E poi c’è “Sono le parole”, che è il primo dei pezzi scritti per questo disco ed è riuscito a conservare intatta la sua poesia e delicatezza in tutto questo tempo.
Diversi generi tra cui lo swing trovano forma in questo album. Cosa ne pensi di questo rilancio in Italia di generi per alcuni decenni dimenticati?
B.B.King ha detto che ci sarà sempre un posto per il blues perché dal blues tutto arriva. Credo che non si sia dimenticato nulla, magari alcune cose vanno di moda per alcuni periodi e ci fanno sentire meno presenti altre forme espressive ma alla fine la buna musica vince sempre. Django è in assoluto uno dei miei chitarristi preferiti, come Wes Montgomery, adoro lo Swing e tutto ciò che è jazz perché è vita. Amo il funk, la black, la musica d’autore francese e la musica classica. Perché dico questo? Perché la musica è musica, l’arte è arte e non ci sono barriere o generi. Tutto ciò che è buono vivrà per sempre. Le mode sono un invenzione di chi ha da vendere qualcosa.
Quanto è stato importante l’apporto e il supporto della tua band nella realizzazione di Ufficialmente pazzi?
Ogni musicista che ha suonato su questo disco è stato personalmente torturato da me, per lungo tempo. Ho scritto il “progetto” per così dire, poi ho pensato a quali potessero essere gli spiriti giusti per raccontarlo e non è stata una sorpresa scoprire che erano tutti nella cerchia delle persone “amiche”, le stesse con cui vado a mangiare una pizza o chiacchiero del più e del meno. In una parola, gli amici. Così li ho chiamati, gli ho fatto ascoltare e abbiamo deciso di registrare. Il resto è stato facile, è solo musica.
Della collaborazione con Alex Britti, qual è l’elemento più importante da cui hai tratto giovamento?
La visione di te da parte di una persona esterna che però ti conosce bene è sempre un elemento fondamentale. Di Alex mi fido, dunque il suo sguardo sul mio mondo è stato ed è molto importante per capire dove sto andando. Su alcune cose non siamo d’accordo, da un punto di vista stilistico, ma questo è perfettamente normale e ci permette di mantenere ognuno la propria personalità e la propria visione. C’è sempre molto da imparare da uno come Alex.
A proposito, cosa ne pensi del Sanremo fatto dal cantautore romano?
Ho visto solo la sua esibizione. Sanremo è una vetrina dove conta esserci e lasciare dei segni. Alex quando suona lascia sempre qualche segno.
Come va con il tuo impegno sul fronte dell’antispecismo? Ci sono nuove iniziative in merito?
Bene, è il momento giusto, gli uomini cominciano a svegliarsi dal letargo che li sta uccidendo e che sta uccidendo il pianeta con tutte i suoi meravigliosi esseri viventi. Credo che sia il momento della consapevolezza, seppure ci vorranno anni e anni per arrivare ad una civiltà degna di questo nome. Per ora siamo fermi alla barbarie, ma stiamo ripartendo.
E per quanto riguarda la tua attività live cosa puoi dirci?
Da giugno partirò con un tour europeo. Suonerò in luoghi molto particolari come un ex setificio abbandonato, un laboratorio di creazioni artistiche in lana e legno, un campo di grano al momento della mietitura. Saranno molti chilometri e molte storie da raccontare. Tutto in assolo.
Cosa prevede l’estate di Pallante?
Che arrivi settembre e un po’ di vacanze, che ci sia buona musica nella mia testa e nelle mie mani, che ci sia il tempo di qualche bicchiere con gli amici più cari, che la bellezza prenda il sopravvento sul brutto e l’intelligenza sulla televisione. Sarà un’estate divertente.