Published on Febbraio 21st, 2014 | by Antonio Tortolano
0Sanremo 2014: Megamusic intervista Filippo Graziani
Dopo una lunga gavetta è arrivato il suo primo Sanremo. Parliamo di Filippo Graziani che ha portato sul palco dell’Ariston Le cose belle. Il sogno di raggiungere la finale per il figlio del grande Ivan non si è avverato, ma il cantautore e musicista romagnolo ha comunque raggiunto il suo obiettivo. Le cose belle, che dà il nome anche al nuovo album di Filippo Graziani, uscito ieri (Officine Pan Idler/Warner Music) è un pezzo con un messaggio chiaro che arriva ai giovani di una generazione sofferente ma che non deve arrendersi. Specie il pubblico da casa ha mostrato attraverso il televoto di apprezzare il brano, che è una delle dieci tracce contenute nel nuovo lavoro discografico dove confluiscono le esperienze degli ultimi sette anni di vita di Filippo Graziani che ci racconta delle emozioni vissute in questi giorni sanremesi.
Filippo, la finale non è arrivata, ma pensi di aver lasciato comunque il segno?
Per me la missione è compiuta, speravo di fare di una bella figura, di riuscire a parlare ai miei coetanei, alla mia generazione. Vedendo i risultati del televoto, sono contento, sono arrivato secondo dopo Diodato.
Dopo tanta gavetta, questa partecipazione a Sanremo la vedi come una liberazione?
Certo, per me è una liberazione. Anzi è un’emancipazione, mi sto gustando questo momento, facendo tutto quello che c’è da fare.
Ti aspettavi che ci fosse dietro il Festival una macchina organizzativa così complessa?
Ero venuto diverse volte a vedere l’atmosfera che si respira, avevo visto tutto quello che c’è intorno al festival, quanto lavoro viene realizzato. Ero conscio di quello che stavo andando a fare.
I giovani che si esibiscono dopo la mezzanotte è un antico problema sanremese. Tu cosa ne pensi?
Dico sempre, non ci dobbiamo dimenticare che è un programma televisivo. La musica è protagonista, ma siamo comunque in televisione. Non so quale fosse lo share quando ci siamo esibiti noi, però è ovvio che noi paghiamo lo scotto di cantare tardi quando magari la gente è già a dormire. Però allo stesso tempo se a mezzanotte sei a dormire non hai vent’anni.
Che impatto hai avuto con il pubblico?
Posso dirti che Facebook mi è esploso, non riesco più a controllarlo, tanti commenti. C’è stata anche qualche critica ovviamente, ma l’importante è capire e migliorarsi, adesso so che ci sono delle cose che non mi sono andate a genio, sabato voglio andare sul palco ancora più agguerrito. Un minuto ma un minuto che te lo spacco.
Pensi che l’esibizione di sabato rappresenti il classico contentino per voi?
Sì è un contentino, ma è fatto con le migliori intenzioni del mondo, infatti io ringrazio la produzione che ha dato l’ok e i direttori artistici, soprattutto, che hanno proposto questa cosa perchè è quella migliore. Un minuto su quel palco è lungo, lunghissimo e quindi hai tante possibilità di dire e di fare.
Da spettatore chi avresti votato mercoledì sera?
Diodato. Zibba è un grande, ma musicalmente è molto lontano da me, siamo due universi opposti. Non siamo vicini, preferisco Diodato lo sento più delle mie idee. Per la vittoria finale attenzione a The Niro.
Dopo Le cose belle, cosa succede a Filippo Graziani?
Intanto ieri è uscito il disco, poi partirà un tour a metà marzo, toccheremo club e teatroi speriamo di fare più date possibili.
Tuo padre Ivan sarebbe stato orgoglioso di te?
Non lo so, chi lo sa, spero di sì (sorride, ndr)…