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Published on Novembre 26th, 2013 | by Antonio Tortolano

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Da I Like Chopin ad I Like Live. Megamusic intervista Gazebo

Trent’anni fa sbarcava sul mercato discografico I Like Chopin, un pezzo  destinato a fare la storia della italo dance in tutto il mondo. A proporlo Paul Mazzolini, per tutti Gazebo che in questo autunno torna con I Like Live, il primo live set della sua carriera. In attesa di un album di inediti, in uscita nei primi mesi del 2014, Gazebo propone al pubblico i successi più importanti della sua vita artistica registrati durante il Syndrone Tour in giro per l’Europa. Da Masterpiece a Tears for Galileo, da Lunatic ad I Like Chopin, ci sono tutte i brani che portarono Gazebo ad essere il precursore della dance wave italiana e a vendere oltre 10 milioni di dischi. Abbiamo intervistato Paul Mazzolini con cui parliamo dei progetti attuali e di quelli futuri, dei suoi gusti musicali e del suo pensiero sull’industria discografica e talent show.

Paul come nasce l’idea di fare I like live?

La verità è che non avevo mai fatto un live set.  Nel 2009 ho girato l’Europa con un Tour dopo l’uscita di Syndrone, un disco molto diverso da quelli a cui il mio pubblico è abituato. La gente  è rimasta sorpresa perchè chiaramente vengo da un altro mondo musicale, quello della  new wawe 80. Pian piano è nata l’idea e la scorsa estate con il mio fonico abbiamo mixato tutto ed è nata I like live…

Quale riscontro sta avendo questo live set?

La gente è entusiasta, chi mi segue ha apprezzato.  In questo progetto sono presenti  un mix di suoni, dalle sequenze electro alle atmosfere celtiche, da pezzi acustici fino a quelli più classici. Chiaramente non facendo parte di una major, non posso sperare in numeri incredibili, ma sono pienamente soddisfatto di quello che sta accadendo.

Sono passati 30 anni dal grande successo di I Like Chopin. Ma è proprio quello il pezzo a cui sei più legato?

Il pubblico ha amato e ama ancora tantissimo I Like Chopin, fu un successo clamoroso a livello mondiale. Probabilmente molti conoscono la canzone ma non sanno chi è Gazebo. E’ chiaro che sono legato molto a questo pezzo, ma quello a cui sono maggiormente affezionato è Masterpiece, il primogenito. E’ stato il precursore della italo-dance. 

Quando uscirà il tuo nuovo album di inediti?

Ci stiamo lavorando, non dovrebbe mancare molto. Sarà un lavoro decisamente diverso dall’ultimo. Tornerò verso le sonorità anni 80, minimali, elettroniche, quelle che maggiormente mi appartengono, anche se nella vita ho spesso sperimentato cose diverse.

Cosa ne pensi della crisi dell’industria discografica?

La musica ormai è digitalizzata, tante cose in questi anni sono cambiate. E’ un qualcosa che avevamo preventivato e che è puntualmente accaduto. Si è modificato il rapporto con il pubblico. Di positivo c’è che ci sono dei muri in meno. Il musicista produce da solo e ha un rapporto diretto con i propri fan. I social network permettono questo e anche la vendita nei negozi tradizionali viene meno. Oggi il web è tutto, ma in un modo o nell’altro il tuo pubblico resta fedele.

Qual è un disco del passato che custodisci gelosamente? E delle band di oggi hai preferenze?

I vinili dell’adolescenza hanno sempre un sapore particolare. Devo dire che ho sempre avuto un debole per Peter Gabriel, davvero un grande artista e poi i Beatles, Bob Dylan e Lucio Battisti. Quando sei giovanissimo scopri il mondo, da adulto forse un po’ tutto è più superficiale. Oggi comunque è tutto più veloce, anche se poi ci sono delle band rispettabilissime e che giustamente ottengono un successo strepitoso. Con mia figlia ho scoperto gruppi come Muse e Killers che riescono ad avere un seguito impressionante. Senza dimenticare i France Ferdinand.

E sui talent show qual è il tuo pensiero?

Sono piuttosto perplesso. A vincere secondo me più che il giovane talento è il programma con gli incassi pubblicitari. Chi arriva primo quasi sempre per sei mesi è sulla cresta dell’onda e poi sparisce. E a partecipare sono sempre di più. E poi non viene fuori la personalità, vince chi è bravo ad imitare altri. E l’industria discografica si è buttata su questo mercato.

30 anni fa I Like Chopin fu la colonna sonora di Vacanze di Natale, un film poi diventato cult. Lo rifaresti se te lo proponessero?

Probabilmente accetterei, ma forse sarebbe meno suggestivo ed entusiasmante rispetto all’epoca, nel 1983 sicuramente aveva più senso.

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About the Author

Nato a Cassino, ai piedi della celebre abbazia, sono cresciuto con la passione per lo sport e per il giornalismo. Roma prima e Milano poi mi hanno accolto per farmi compiere il salto di qualità. Lavorare in tv e per la carta stampata non mi bastava più e allora dal pallino per la rete ecco nascere lospaccatv, megamusic e lamiaradio, tre magazine online di cui vado fiero...



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